Quando è possibile sottoporsi al trapianto ricostruttivo?
Gli aspetti da valutare sono molteplici ma riguardano maggiormente l’estensione dell’area cicatriziale in rapporto alla disponibilità e caratteristiche dei capelli dell’area donatrice. Inoltre deve essere accertata l’assenza di altre patologie dei capelli.
Che cos’è
L’intervento di autotrapianto di capelli può essere definito “ricostruttivo” quando effettuato per mascherare aree cicatriziali del cuoio capelluto.
Ustioni, trattamenti radioterapici, interventi chirurgici e traumi possono difatti causare cicatrici più o meno estese con conseguente perdita definitiva dei capelli nell’area danneggiata.
La posizione e dimensione di una cicatrice determina la sua maggiore o minore visibilità e di conseguenza è la motivazione più frequente alla richiesta di correzione.
Il disagio del paziente in questi casi può essere superiore a quello della calvizie normale in quanto sottintende spesso un manifesto aspetto di tipo patologico.
Nonostante l’espansione “mediatica” dell’intervento di autotrapianto di capelli, la sua efficace applicazione a scopo ricostruttivo rimane ancora oggi poco conosciuta e molti pazienti vengono a conoscenza di questa valida opzione di trattamento solo a seguito di un’autonoma ricerca o per pura casualità.
La ricrescita dei capelli su aree cicatriziali è certamente più difficile rispetto al tessuto sano ma i trattamenti rigenerativi disponibili per migliorare la qualità e la vascolarizzazione del tessuto ricevente e le innovazioni in campo chirurgico permettono oggi elevate percentuali di ricrescita dei capelli trapiantati su aree cicatriziali.